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Quanto tempo sprechiamo nell’ozio o riempiendolo di impegni per “non pensare” ad altro? Quanto non rispettare le “tappe evolutive” legate a età anagrafica e responsabilità attese da famiglia e società ci getta nell’ansia e ci soffoca nello stress?

 

I temi dell’eiaculazione precoce e ritardata delle scorse settimane offrono lo spunto e si ricollegano inevitabilmente al rapporto che abbiamo, oggi più che mai, con IL TEMPO E LA SUA GESTIONE.

Giornate stressanti piene di impegni o che lasciano troppo spazio all’ozio, inattività che può diventare essa stessa fonte di ansia e inquietudine.
Obiettivi da raggiungere entro una certa età si scontrano sempre più con la tendenza a procrastinare l’assunzione di responsabilità e a dilatare la giovinezza il più a lungo possibile.
Il fenomeno dell’adultescenza (un neologismo coniato per indicare la fase della vita, molto diffusa in questa società, caratterizzata dal prolungamento indefinito dell’adolescenza ben oltre i suoi limiti biologici) e la società sempre più competitiva e segnata da ritmi serrati sono tra le tante contraddizioni della nostra epoca.

Viviamo tempo di valore?

Abbiamo un giusto tempo da dedicare alla noia, quella sana che ci lascia andare a pensieri nuovi e creativi con cui metterci in gioco e “staccare” da altre rimuginazioni stagnanti e nocive?

Oppure dobbiamo sempre sentirci impegnati in qualcosa per non pensare ad “altro”?

O siamo invece vittime di uno stallo per cui sprechiamo troppo tempo nell’ozio che, come insegnava Cesare Pavese, rende lente le ore e veloci gli anni?

Tante, troppe domande, per cui è facile sentirsi in crisi vivendo schiacciati tra tante opzioni, spesso contraddittorie: è arrivato il momento giusto per fare il punto sulla situazione e trovare la giusta motivazione per riappropriarsi del proprio, preziosissimo, TEMPO?